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Il Capo di Gabinetto Massimo Rosso [[chiarisca pubblicamente o lasci l'incarico

21-09-2014 05:24

Desk

Cronaca, Inchieste, dimissioni, fiducia, Legalità, politica, bianco, raccomandati, comunedi catania, plaja, cani, gatti, villa curia, beni, monumenti, Buscema, Severino, ordine dei medici catania, palermo; dipendenti, consiglio di quartiere, maltempo,

Il Capo di Gabinetto Massimo Rosso [[chiarisca pubblicamente o lasci l'incarico

Beni pubblici concessi alle cognate e dichiarazioni pare non corrette al momento dell'assunzione dell'incarico. Bufera sul più stretto collaboratore del Sindaco

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redazione



Non conosciamo direttamente il dottor Massimo Rosso, capo di gabinetto del Sindaco di Catania, se non per gli atti che dal suo importante Ufficio promanano.



Non abbiamo motivo di metterne in dubbio le qualità professionali, che certamente saranno state alla base della scelta per il delicato ruolo che è chiamato a rivestire.



Ci limiteremo, pertanto, a guardare ai fatti e ad esprimere una valutazione oggettiva sull’opportunità che il dott. Rosso lasci l’incarico, ovvero che chi di dovere gli chieda di lasciarlo, in presenza di circostanze che appaiono documentate, salvo che le stesse non possano essere smentite, come tutti ci auguriamo, dal diretto interessato.


  1. Ed i fatti raccontano che Villa Curia, bene storico e monumentale, sia stato affidato, pare in mancanza di alcuna procedura di evidenza pubblica, ad un’associazione costituita dalle cognate, signore Novelli, del dott. Rosso.
  2. Alle medesime cognate del Capo di gabinetto del Sindaco Bianco sarebbe stata anche assegnata una porzione di spiaggia alla Plaja, dove le stesse hanno realizzato un lido aperto anche ai quattro zampe, ma anche in questo caso senza che vi sia stata alcuna evidenza pubblica.

Fermiamoci a queste due circostanze per dire, che se le procedure di assegnazione sono state rispettate e corrette ed allora nessun rimprovero potrà essere mosso al dott. Rosso, posto che rivestire un ruolo in un’Amministrazione pubblico non fa conseguire un danno per quanti, affini e parenti, concorressero legittimamente per il rilascio di autorizzazioni e concessioni. Ma, se invece ci trovassimo alla presenza di atti che hanno visto l’intervento del dott. Rosso, quando questi avrebbe dovuto astenersi ovvero l’influenza dello stesso, ed allora, prima ancora che in presenza di una condotta di reato, la cui valutazione spetta solo alla Magistratura, saremmo in presenza di una pratica odiosamente nepotistica, che si iscriverebbe nella peggiore tradizione clientelare e familistica di questa nostra sfortunata città.



Un giornale può osservare, documentarsi, riscontrare e tuttavia non ha tutti gli strumenti per accertamenti che esulano dai compiti di un organo di informazione. Ai media spetta però di indicare all’opinione pubblica costumi ed usi che eventualmente si ponessero in contrasto con la trasparenza ed il rispetto della legge; non per incolpare qualcuno bensì per offrire, anche alla persona interessata, la possibilità di chiarire e quindi di tutelare la onorabilità delle istituzioni.



Ora, nel caso di cui ci siamo occupati nella cronaca di questa settimana, ci è parso di cogliere che innanzitutto non vi sia stato un bando aperto ai cittadini per assegnare e destinare quel gioiello architettonico che è villa Curia, né per la Plaja risulta che siano stati banditi concorsi per l’assegnazione di nuovi spazi.



E, dunque, se abbiamo osservato bene, ne consegue che a chicchessia fossero stati assegnati quei beni pubblici saremmo stati comunque in presenza di precise violazioni della legge.



Se si aggiunge che questi beni sono stati assegnati alle cognate del Capo di gabinetto del Sindaco, tutto si fa più grave.



Non  si sente il bisogno di fronte ad un vulnus così evidente alla pratica della legalità di intervenire per chiarire?



La Giunta municipale, in cui il Sindaco Bianco, ha voluto sedesse anche un assessore alla legalità non sente il bisogno di intervenire e chiarire?



Il Sindaco, che è stato Ministro dell’interno, e che ha promesso alla città una svolta legalitaria, non sente il dovere di intervenire  per risolvere?



Il dott. Rosso, per togliere tutti dall’imbarazzo, non ritiene opportuno rassegnare le sue dimissioni?



Sarebbe segnale di grande dignità, che forse porrebbe fine anche agli altri gravi rilievi che vengono rivolti al Capo di gabinetto, accusato di avere dichiarato il mendacio al momento del conferimento dell’incarico allorquando avrebbe omesso di citare d’essere stato revisore dei conti del Teatro Stabile di Catania, che riceve finanziamenti dal Comune, e Presidente del Consiglio di Amministrazione della R.S.S., una società che pare si occupi della regolamentazione del servizio dei rifiuti e che a sua volta sarebbe una partecipata.



Ancora, sembrerebbe che, diversamente da come prescrive la legge, non siano stati altresì documentati i 5 anni di esperienza dirigenziale del buon Rosso.



Si tratterebbe, questa l'accusa,  di elementi specificatamente prescritti dalla legge come causa di inconferibilità dell'incarico e aggravate dal fatto che la loro menzione sarebbe stata omessa e persino occultata nell'autocertificazione prodotta dal Capo di Gabinetto al momento dell'assunzione dell'Ufficio..



Ebbene, se tutto quanto rassegnato corrisponde al vero, e fermo restando ogni altro rilievo di legge, le dimissioni di Rosso si imporrebbero, per rispetto di se stesso ed a tutela della cifra valoriale di questa Giunta che i catanesi hanno votato perché si è posta innanzitutto in antitesi con i “falsi ideologici” del predecessore Stancanelli.



C’è, quindi, da augurarsi che la risposta non sia ancora una volta affidata alla protervia del silenzio ma che un uomo che “decide” come Bianco sappia trarne le opportune conseguenze.



La città attende, i cittadini osservano e giudicano, la stampa libera vigila e documenta.


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